Onorevoli Colleghi! - La proposta di istituzione della provincia dell'Ufita-Baronia-Calore-Alta Irpinia, con capoluogo Ariano Irpino, nella regione Campania, risponde a un'esigenza di rivitalizzazione e di valorizzazione economica e culturale di un'area che, nel corso degli ultimi anni, pur presentando notevoli potenzialità, ha subìto un preoccupante processo di emarginazione politica e di depauperamento demografico.
      L'area che si propone per la costituzione della nuova provincia, per distacco dalla provincia di Avellino, si estende per 1.532,86 chilometri quadrati e conta 132.645 abitanti, distribuiti in 43 comuni.
      Della costituenda provincia, in definitiva, faranno parte i comuni delle comunità montane dell'Ufita e dell'Alta Irpinia e quelli ad esse interconnessi o adiacenti.
      A questi comuni potrebbero aggiungersi, per naturale convenienza geografica e affinità sociale e culturale, i comuni di Ginestra degli Schiavoni, Castelfranco in Miscano e Buonalbergo, attualmente facenti parte della provincia di Benevento, e i comuni di Anzano, Panni, Accadia, Monteleone di Puglia, Celle San Vito, Faeto e Orsara, attualmente facenti parte della provincia di Foggia, per un totale - al 2001 - di 15.163 abitanti.
      Il numero degli abitanti della costituenda nuova provincia non raggiunge i 200.000 previsti dalla legge, ma sul problema si possono fare tre osservazioni:

          1) il criterio demografico, nella istituzione di nuove province, non è tassativo, tanto è vero che la disciplina vigente, rispetto a questo aspetto, usa l'espressione testuale «di norma»; inoltre, tra le province già esistenti, di vecchia e nuova istituzione, ve ne sono già parecchie altre che fuoriescono da questo criterio;

 

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          2) l'area geografica in questione ha subìto negli ultimi decenni, soprattutto dopo i terremoti del 21 agosto 1962 e del 23 novembre 1980, un consistente processo migratorio, senza il quale raggiungerebbe sicuramente il limite di 200.000 abitanti; infatti i dati del censimento ci dicono che i residenti nei comuni della costituenda nuova provincia erano nel 1951 189.769; nel 1961 182.091; nel 1971 156.929; nel 1981 147.965 e nel 1991 144.245;

          3) l'eventuale e opportuna aggregazione dei comuni del beneventano e del foggiano farebbe comunque raggiungere o avvicinare il limite del quorum previsto dalla disciplina vigente.

      Merita di essere sottolineato, inoltre, che la regione Campania, pur essendo la seconda regione d'Italia, ha solo cinque province, mentre altre regioni molto più piccole ne hanno quasi il doppio, come pure è giusto ricordare che la provincia di Avellino, per effetto dello scorporo dei comuni della nuova provincia, conserverebbe un numero di abitanti abbondantemente superiore alla «norma».
      Non è, comunque, il criterio demografico l'unico, né quello più significativo, per l'istituzione di nuove province, essendovene altri, da quello territoriale a quello economico-sociale e a quello politico-culturale, che meritano di essere valutati.
      Sotto tutti questi altri aspetti l'area dei l'Ufita-Baronia-Calore-Alta Irpinia presenta titoli meritevoli di alta considerazione:

          a) occupa una posizione geografica centrale e strategica nell'Appennino meridionale, tra il Tirreno e l'Adriatico, come è dimostrato dal tracciato dell'autostrada del Sole Napoli-Bari, dalla costruenda arteria viaria, a scorrimento veloce, Contursi-Lioni-Grottaminarda-Termoli, e dal progetto di raddoppio ferroviario Caserta-Foggia, che prevede una stazione di grande importanza in zona Ufita, tra Ariano e Grottaminarda;

          b) costituisce una cerniera fondamentale tra la Campania, la Basilicata, la Puglia e il Molise dal punto di vista logistico, economico e culturale;

          c) è depositaria di straordinari giacimenti archeologici, storici e culturali, risalenti ad epoche diverse - preromana, romana, normanna, longobarda, sveva, borbonica, napoleonica, eccetera - che fanno del territorio un corpo unitario e organico;

          d) presenta aggregazioni urbane omogenee, che, al di là della loro articolazione in molteplici comuni, si possono individuare come vere e proprie città: città ufitana, città altirpina, città del Calore, città della Baronia;

          e) il comune di Ariano Irpino, individuato come capoluogo, è, per estensione territoriale, il comune più grande della Campania e uno dei comuni più grandi d'Italia;

          f) l'intero territorio della costituenda provincia è montano e, solo in minima parte, collinare; d'altra parte, dei 119 comuni dell'attuale provincia di Avellino, 54 sono situati in montagna, 65 in collina e nessuno in pianura;

          g) presenta già sul territorio tutta una serie di istituzioni amministrative, giurisdizionali, economiche, religiose, di antichissima istituzione, che testimoniano la valenza autoctona, autonoma e, a un tempo, unitaria dell'area: un'azienda sanitaria locale (AV1) con tre ospedali di zona, due tribunali e procure, una diocesi autonoma, due comunità montane, un penitenziario di alta sicurezza, una sezione autonoma del genio civile, e poi Agenzie delle entrate, sovrintendenza archeologica, consorzi idrici, centri di servizi culturali della regione, e così via;

          h) presenta insediamenti industriali significativi, aree di pertinenza dell'Agenzia spaziale italiana (ASI), centri di ricerca, scuole prestigiose di antichissima istituzione, strutture zonali sindacali e professionali, eccetera.

      In definitiva l'area presenta tutte le caratteristiche storiche, culturali ed economiche

 

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per potere aspirare a una sua autonomia politica e amministrativa.
      Considerate le caratteristiche geopolitiche del territorio e, soprattutto, le strutture viarie e della mobilità, è necessario, altresì, ipotizzare la localizzazione materiale dell'ente il più possibile a valle del capoluogo, in una sorta di centro direzionale, ubicato nel punto di migliore accesso per tutte le popolazioni della costituenda nuova provincia, individuabile nel luogo di incontro dei confini dei comuni di Ariano, Grottaminarda, Flumeri, Frigento, Villanova del Battista, punto di sbocco, tra l'altro, di strade già esistenti, in via di realizzazione o progettate.
      Non a caso i suddetti comuni, ma anche i soggetti privati, hanno scelto di orientare i loro più significativi insediamenti e investimenti in questa direzione.
      Meritevole di attenzione e considerazione, infine, appare anche l'esigenza di riequilibrare, nel quadro della riforma dello Stato in senso federale, il territorio regionale campano, che attualmente risulta squilibrato sulla fascia costiera, a discapito delle aree interne.
      Queste aree, invece, possono costituire una risorsa straordinaria per il complesso del territorio regionale, sotto l'aspetto economico, turistico, logistico, soprattutto in funzione delle esigenze di decongestionamento dell'area metropolitana.
      Si parla tanto di sostegno ai piccoli comuni, per garantirne la sopravvivenza; in questo caso, la valorizzazione di tale area avrebbe una funzione altamente positiva per le aree eccessivamente congestionate della costiera: il decentramento amministrativo farebbe da volano allo stesso decentramento demografico con benefìci enormi per la funzionalità dei servizi e per la stessa qualità della vita dell'intera comunità regionale.
      Dal quadro delineato emerge con tutta evidenza l'opportunità di procedere alla istituzione della nuova provincia, a beneficio delle popolazioni direttamente interessate, ma anche dell'intera comunità della regione Campania.
 

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